L’Ambasciata di Svezia porta in Italia la festa di Santa Lucia

L’Ambasciata di Svezia porta in Italia una delle tradizioni più amate e suggestive del calendario svedese: la festa di Santa Lucia. Santa Lucia è originaria di Siracusa ed esistono diverse versioni in merito a come questa tradizione sia arrivata dall’Italia in Svezia. E’ noto che l’aristocrazia svedese settecentesca introdusse la tradizione che prevedeva che la figlia maggiore vestisse i panni di Lucia e servisse la colazione a letto ai genitori la mattina del 13 dicembre. Oggi si festeggia Santa Lucia davvero dappertutto all’alba del 13 dicembre, migliaia di bambini e adolescenti illuminano il buio invernale con canti, dolci e candele. In ogni angolo della Svezia, nelle famiglie, scuole, asili, uffici, negozi e chiese ci si riunisce per ascoltare le incantevoli melodie natalizie e per festeggiare la luce in attesa del Natale.

Grazie al sostegno dei partner distribuiti sul territorio italiano i festeggiamenti quest’anno toccheranno più città: Trieste, Torino, Venezia, Roma, Napoli, Bari, Locorotondo, San Michele Salentino ed Erchie. Il buio di dicembre sarà illuminato dal corteo di
Santa Lucia, composto da giovani studenti che canteranno gli inni tradizionali natalizi. Quest’anno sono stati invitati in Italia tre cori diversi provenienti dal liceo musicale Nordiska Musikgymnasiet di Stoccolma, dal liceo Sturegymnasiet di Halmstad e dalla Chiesa Frösö Kyrka di Östersund.
I festeggiamenti si svolgeranno in collaborazione con l’Ambasciata di Svezia presso la Santa Sede, Assosvezia (la Camera di Commercio italo-svedese), i Consolati Onorari di Svezia a Trieste, Torino e Sanremo e l’Associazione Euforica.
Tra i concerti ci sarà il grande evento pubblico in Piazza di Pietra a Roma, il 13 dicembre alle ore 19.00 davanti alle colonne illuminate del Tempio di Adriano. L’Ambasciatrice di Svezia Karin Höglund presenterà il concerto che sarà seguito da una degustazione di glögg (bibita calda speziata) e pepparkakor (biscotti speziati).

Carlo Marino

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IL BUCO DELL’AUX in scena a Roma

Al TEATRO EDUARDO DE FILIPPO in Roma, il  13 dicembre 2025  alle ore 21, va in scena  IL BUCO DELL’AUX di Edoardo Trotta, Manuel Ficini, Erich Lopes da un’idea di Iacopo Bertoni e realizzato nell’ambito del LABOR WORK Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini con il sostegno di DiSCo Lazio e Regione Lazio.

Il progetto si avvale della consulenza drammaturgica di Gabriele Di Luca, autore, regista e interprete tra i più riconoscibili della scena nazionale contemporanea — fondatore della compagnia Carrozzeria Orfeo — e della consulenza registica di Silvio Peroni, figura di rilievo del teatro italiano, con produzioni ospitate nei più importanti teatri e festival nazionali.

A volte non serve un tetto per sentirsi a casa: basta un palchetto con microfono e un sogno da salvare prima che la realtà bussi alla porta. La paura di perderli entrambi diventa l’unico modo per non perdersi.

Tre ragazzi si aggrappano al sogno di dar voce a chi non ne ha mentre tutto attorno sembra remare loro contro: affitto alle stelle, amicizie in bilico e un mondo che si è dimenticato di loro. Forse, a volte, basta attaccare un cavo al buco dell’aux, prendere in mano un microfono e fare un po’ di casino.

Eleonora Marino

“Camera 701” di Elise Wilk al Teatro Basilica in Roma

Dall’11 al 13 dicembre alle 21:00 e il 14 dicembre alle 16:30, al TeatroBasilica va in scena Camera 701 di Elise Wilk, tradotto da Loredana Chircu.

Elise Wilk, nata a Brașov e cresciuta bilingue (tedesco e rumeno), è una delle drammaturghe più rappresentate della giovane generazione rumena. Ha studiato giornalismo a Cluj-Napoca, scrittura creativa a Brașov e drammaturgia a Târgu Mureș. Nel 2020 ha discusso la sua tesi di dottorato presso l’Università delle Arti di Târgu Mureș, sul tema del teatro giovanile in Romania. Attualmente insegna drammaturgia presso l’Università delle Arti di Târgu Mureș. Nel 2008 ha ricevuto il premio dramAcum rumeno per il suo primo spettacolo teatrale “È successo di giovedì”. Da allora, le sue opere sono state messe in scena sia in Romania che all’estero e sono state finora tradotte in 13 lingue.

Sul palco a Roma Federica D’Angelo, Giuseppe Lanino, Edoardo Barbone e Silvia Scuderi, guidati da Luca Mazzone nella regia e scenografia, ci conducono in un percorso intenso tra spazi intimi e tensioni personali.

Lo spettacolo nasce da un progetto in collaborazione con PAV / Fabulamundi Playwriting Europe, che sostiene la drammaturgia contemporanea e la circolazione internazionale di nuovi testi teatrali.

Carlo Marino

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Concerto per il centenario dell’Associazione Russa per la Cooperazione Internazionale (RAMS)

Sì è tenuto, giovedì 4 dicembre, alla Casa Russa in Roma il concerto in occasione del centenario dell’Associazione Russa per la Cooperazione Internazionale (RAMS). In programma le musiche dei compositori sovietici Shrayner e Tsfasman, nonché brani di Paganini, Chopin, Brahms e Saint-Saëns. La serata riunirà alcuni dei musicisti più brillanti della scena contemporanea — Eduard Doyan (violino), Anver Verius (violino), Ravil Islamov (violino), Igor Fëdorov (clarinetto), Irina Vinogradova (pianoforte), Mariam Pitskhelauri (pianoforte) e Svetlana Ponomarëva (pianoforte).

 

Nell’ambito dell’evento vi è  stata anche l’inaugurazione della mostra “Alexandr Ivanov. Bozzetti biblici”. L’esposizione comprende copie digitali degli acquerelli fornite dalla Galleria Tret’jakov. I “Bozzetti biblici” costituiscono una serie di immagini alle quali il grande artista russo dedicò gli ultimi dieci anni della sua vita terrena. Aleksandr Ivanov visse in Italia per 28 anni e proprio a Roma iniziò a lavorare al suo monumentale dipinto “L’Apparizione di Cristo al popolo”.

 

La mostra si svolge in vista delle celebrazioni per il 220° anniversario della nascita di Aleksandr Ivanov, che sarà commemorato nel 2026. L’esposizione sarà presentata da Svetlana Stepanova, dottore in storia dell’arte e ricercatrice del Dipartimento di Pittura del XVIII – prima metà del XIX secolo della Galleria Tret’jakov. La mostra, organizzata in collaborazione con l’Ambasciata Russa presso la Santa Sede, resterà aperta fino al 16 dicembre 2025.

Carlo Marino

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Artisti azerbaigiani in Piemonte

La Galleria di Palazzo Mandrilli di Cassine (Alessandria), residenza del XVII secolo splendidamente conservata e testimone di secoli di cultura, arte e tradizione italiana continua a rappresentare un ponte tra l’arte azerbaigiana e l’Italia, offrendo visibilità a mostre e artisti azerbaigiani e al patrimonio culturale dell’Azerbaigian. 

Dal 22 al 25 novembre 2025 la storica dimora ha ospitato il progetto “Dai colori all’Azerbaigian”, con le mostre “Le leggende del colore blu” del Professor Siruz Mirzazadeh, Artista del Popolo dell’Azerbaigian, “Il cammino dell’anima” di studenti e docenti dell’Accademia Statale delle Arti dell’Azerbaigian e “I colori del Karabakh”, che ha riunito disegni di giovanissimi. 

 

All’inaugurazione dell’evento hanno partecipato Farida Guluzade, responsabile del Think Tank “SEN1SEN”, organizzatore dell’iniziativa, il sindaco di Cassine Carlo Felice Maccario, membri della comunità turca, docenti e studenti dell’Accademia Statale delle Arti dell’Azerbaigian.

 

Nell’ultimo anno, il “SEN1SEN” Think Tank ha già ospitato 14 eventi che hanno toccato diversi ambiti culturali. 

Le iniziative artistiche di Cassine hanno suscitato vivo interesse sia da parte della popolazione locale, che  da parte degli azerbaigiani residenti in Italia e di turisti italiani ed esteri. 

Eleonora Marino

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Biagio Izzo va in scena alla Sala Umberto in Roma

DAL 2 AL 14 dicembre 2025, alla SALA UMBERTO in Roma, va in scena “Finché giudice non ci separi” per la regia di AUGUSTO FORNARI con Biagio Izzo.

La storia è quella di Mauro, Paolo, Roberto e Massimo  quattro amici, tutti separati.

Massimo, libraio antiquario, è fresco di separazione e ha appena tentato il togliersi la vita. Il giudice gli ha levato tutto: la casa, la figlia e lo ha costretto a versare un cospicuo assegno mensile alla moglie. Con quello che resta del suo stipendio gli amici gli hanno trovato uno squallido appartamento, 35 mq. Massimo è disperato e i tre amici gli stanno vicino per rincuorarlo e controllare che non riprovi a mettere in atto l’insensato gesto. Ognuno dà consigli su come affrontare la separazione, questa nuova situazione e come ritornare a vivere una vita normale.

Proprio quando i tre sembrano essere riusciti a riportare alla ragione il loro amico, un’avvenente vicina di casa suona alla porta. All’apparire dell’affascinante donna, gli amici hanno un guizzo. Ma la sorpresa sarà grande quando i 4 amici scopriranno chi è la donna misteriosa.

Nelle note di regia è scritto:

«È una riflessione divertente sugli splendori e le miserie della vita di coppia, soprattutto quando la coppia “scoppia”, come si diceva una volta. Abbiamo tentato di mantenere una linea di recitazione “leggera”, senza fronzoli, asciutta. Questo perché ci piacerebbe che il pubblico avesse la sensazione di spiare una “tranche de vie”, un pezzo di vita di qualcuno che potrebbe essere lui. Le storie che raccontano i nostri protagonisti sono reali, quotidiane, potremmo averle sentite in casa, in ufficio, per strada, potremmo averle fatte addirittura noi. La forza propulsiva di “Finché giudice…” è proprio questa: è spiazzante per quanto ci riguarda e lo fa parlando una lingua che il pubblico capisce subito, e non si tratta naturalmente solo del dialetto, ma di temi che sono vivi, pulsanti e che riguardano davvero tutti. Biagio Izzo parla questa lingua, prende per mano il pubblico, che conosce e ama, e lo conduce con ironia e generosità  fino alle porte del suo cuore».

Eleonora Marino

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Il ROCKY HORROR SHOW al Teatro Brancaccio in Roma

Il 25 novembre al Teatro Brancaccio in Roma è andata in scena la prima del leggendario e trasgressivo musical di Richard O’Brien : “The Rocky Horror Show .

Si tratta del musical che ha ispirato l’iconico film con Tim Curry e Susan Sarandon che ha appena festeggiato i 50 anni e che, pronto a conquistare il pubblico italiano”, torna in tour con il suo mix esplosivo di musica rock e travolgente energia che ha reso lo spettacolo un fenomeno globale da oltre cinque decenni. In questo musical il corpo erotico, oggetto di continui travestimenti e  svelamenti,  è  il  corpo  maschile  vestito  in  abiti femminili, il travesti che dall’epoca shakespeariana fino all’Ottocento andava in scena per interpretare i ruoli femminili, a causa del divieto di andare sul palco che c’era per le donne.

Photo copyright 2025 by Carlo Marino #carlomarinoeuropeannewsagency
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Diretto da Christopher Luscombe, The Rocky Horror Show è pronto a entusiasmare il suo pubblico e a trasformarsi nuovamente in un grande non-stop party con quei successi senza tempo da cui ognuno, almeno una volta, si è lasciato trascinare come “Sweet Transvestite”, “Damn it Janet” e ovviamente il mitico “Time Warp”.

In questo attesissimo tour italiano, il ruolo del mitico Dr. Frank-N-Furter è interpretato da Stephen Webb, artista che ha conquistato pubblico e critica con la sua performance magnetica e carismatica nelle precedenti produzioni internazionali dello spettacolo. Webb, acclamato per la sua straordinaria presenza scenica e per la capacità di rendere omaggio al personaggio iconico con una nuova, irresistibile energia, sarà protagonista delle tappe di Bologna, Roma e di alcune date di Trieste.

Photo copyright 2025 by Carlo Marino #carlomarinoeuropeannewsagency
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The Rocky Horror Show racconta la storia di Brad e Janet che durante una tempesta si rifugiano in un sinistro castello. Qui incontrano il Dr. Frank-N-Furter, uno scienziato impegnato in un audace esperimento: dare vita alla sua versione di uomo ideale. I due fidanzatini si ritrovano a confrontarsi con la loro sessualità e le loro paure immersi in un’atmosfera di liberazione e trasgressione. Sarà un’avventura che non dimenticheranno mai e che li segnerà per sempre.

 

The Rocky Horror Show debuttò nel 1973 davanti a un pubblico di sole 63 persone al Theatre Upstairs del Royal Court. Fu un successo immediato e venne trasferito al Chelsea Classic Cinema, per poi essere rappresentato al Kings Road Theatre dal 1973 al 1979 e al Comedy Theatre nel West End dal 1979 al 1980. Da allora, The Rocky Horror Show è diventato il musical contemporaneo ininterrottamente in scena più a lungo nel mondo. Lo spettacolo è stato visto da oltre 30 milioni di persone in più di 30 paesi ed è stato tradotto in 20 lingue, continuando a entusiasmare il pubblico in tour sempre sold out.

Se il film ha trasformato il musical scritto da Richard O’Brien in un mito, la versione teatrale si rinnova di continuo coinvolgendo gli spettatori che si lasciano trascinare nell’audience participation, ovvero quel fenomeno caratteristico del Rocky Horror Show che vede il pubblico partecipare attivamente con travestimenti a tema, con battute recitate in risposta a quelle degli attori e soprattutto ballando la scatenata coreografia del “Time Warp”.

 

Carlo Marino

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Allo Spazio Diamante: LA GUERRA SVELATA DI CASSANDRA

LA GUERRA SVELATA DI CASSANDRA di Salvatore Ventura va in scena allo Spazio Diamante in Roma, sala white, dal 27  al 30 Novembre 2025 per la regia ALESSIO PIZZECH.

 

Nelle note di regia Pizzech ha scritto:«La Guerra svelata di Cassandra ovvero come descrivere la guerra e i suoi orrori, attraverso gli occhi di una donna e raccontarne così le motivazioni tutte maschili, nonché le menzogne e le falsità che intorno ad essa si costruiscono come giustificazioni, ieri come oggi. Il Mito di Cassandra continua a essere uno strumento di rilettura delle contraddizioni della storia che attraversiamo come uomini, ed ha rappresentato una lente d’ingrandimento per cercare un senso, una luce per i tempi bui. Dopo tanti omaggi letterari a questo straordinario personaggio, Salvatore Ventura si cimenta nella composizione di un pezzo di teatro estremamente denso di emozioni. Il giovane drammaturgo palermitano dà una lettura di Cassandra che mutua aspetti dalle tante versioni letterarie del personaggio classico, in primis Christa Wolf, ma ne costruisce una visione autonoma e tratteggia una figura di donna, perfettamente calata nelle contraddizioni di questo nostro tempo. La Cassandra, a cui darà voce e corpo Gaia Aprea, è creatura dell’oggi ed articola un monologo teatrale originale nella forma della scrittura e straordinariamente carico di rimandi alla cronaca quotidiana.

Le parole di Ventura, contrappuntate dallo spazio sonoro di Dario Arcidiacono, costruiscono un flusso di coscienza che riscrive la vicenda conosciuta della profetessa di Apollo, figlia di Priamo. Cassandra si pone in dialogo con il pubblico del presente, lo vuole scuotere dal silenzio colpevole e affermare la necessità delle parole, del racconto, del disvelare una verità, del muovere una coscienza che possa opporsi al pensiero dominante.

 

La Cassandra di Ventura torna sulla scena ormai spogliata violentemente della sua verginità, alla ricerca di un perdono di sé stessa per non essere stata capace di fermare quella guerra, per non essere riuscita a farsi ascoltare nella sua azione profetica. Cassandra del 2025, vuole farsi esempio per noi, monito per i nostri assordanti silenzi e mi piace così immaginarla tra le strade bombardate di Kiev o tra le macerie di Gaza o tra le fila di uomini e donne massacrati in qualche parte della terra. Questa Cassandra è alla ricerca di un senso del proprio stare nel mondo e si ricongiungerà a quella sé stessa bambina, persa nei rumori di un conflitto familiare, nel disperato tentativo di compiere un atto catartico che tagli definitivamente con il perpetuarsi del sangue e della morte come unico orizzonte possibile.

Cassandra, tornata nel mondo dei vivi, alle prese con i ricordi, con oggetti testimoni della propria esistenza traumatica, è affamata di vita, sedotta dal ricordo di Enea che si è salvato dalla fine della Città di Troia. Ricordando il corpo ed il volto di Enea, Cassandra prova così ad ergersi al di sopra del racconto di morte e distruzione; il legame erotico, di profonda amicizia, che la unisce a Enea, rappresenta una forza indelebile, che nella sua memoria, resiste agli orrori di una terra distrutta, di un cimitero di familiari massacrati dal nemico, a un destino di violenza che lega vincitori e vinti. La Cassandra di Ventura invoca cosi il teatro, lo evoca come fonte di resistenza, di speranza, come atto finale di testimonianza che vuole disvelare a noi l’ipocrisia della famiglia umana, l’irresponsabilità di chi decreta l’inizio del conflitto e ne determina il perpetrarsi.

Cassandra quindi, diviene voce che si oppone all’indifferenza, usa la parola come arma, con quell’incedere poetico di chi porta con sé una verità per troppo tempo sopita e ci dice quanto mai sia importante oggi, il rito del teatro».

Eleonora Marino

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Goldoni al Teatro Quirino in Roma

Dal 25 novembre al 7 dicembre 2025 La Compagnia Molière va in scena, per la prima volta a Roma dopo Parigi, con La Vedova Scaltra per la regia e l’adattamento di GIANCARLO MARINELLI. Si tratta dell’opera che rappresenta, nella drammaturgia goldoniana, il primo grande passo verso la Riforma. Dal teatro pastorale, dal teatro delle maschere, al teatro dominato dalla psicologia e da quello che noi chiameremo il carattere della modernità. La Vedova Scaltra è una macchina comica perfetta: certo, è la prova generale della Locandiera, è la prova generale della emancipazione e della liberazione della donna, (mai come di questi tempi tema così attuale). La Vedova Scaltra soprattutto è il racconto della giovinezza del mondo; la Repubblica di Venezia pronta a morire per sempre dentro alla bellezza sovrumana della sua immortalità. È un’avventura d’amore, è un’avventura di cappa e di spada, è un’avventura dentro le volute tenere dell’amicizia e del conflitto. Insomma La Vedova Scaltra è Carlo Goldoni.

 

Eleonora Marino

 

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Il guatemalteco Christian Escobar espone a Roma per il Giubileo

Photo copyright 2025 by Carlo Marino #carlomarinoeuropeannewsagency
Photo copyright 2025 by Carlo Marino #carlomarinoeuropeannewsagency

 

22 novembre 2025, nella Chiesa del SS.mo Nome di Maria al Foro Traiano, lo storico dell’arte Francesco Maria Bonifazi, accompagnato dalla giornalista Marinellys Tremamunno, ha tenuto una conferenza sull’arte di Christian Escobar, detto anche “Chrispapita”. Escobar è un pittore guatemalteco, nato a Città del Guatemala nel 1982, vanta origini italiane e lavora soprattutto dedicandosi all’arte sacra.  Fu proprio con la sua opera “Inclusione” (7mt X 2,8 mt), alla Biennale di Venezia del 2022, che il Guatemala ebbe un padiglione per la prima volta. Escobar è un seguace dell’iperrealismo di Chuck Close, artista statunitense che ha raggiunto la fama mondiale come pittore iperrealista grazie ai suoi quadri che hanno offuscato in modo creativo la distinzione tra fotografia e pittura. Per la mostra romana “Sublime”, Escobar ha proposto tre grandi opere di carattere spirituale presentate nella bellissima chiesa barocca al Foro di Traiano, in occasione del Giubileo 2025: San Gabriele Arcangelo, San Michele Arcangelo e Maria Addolorata, tutte e tre dipinte con acrilico su tela.

Photo copyright 2025 by Carlo Marino #carlomarinoeuropeannewsagency
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Il suo San Michele Arcangelo è un giovane in riposo, attento, con le mani giunte sull’elsa della spada, simbolo di vittoria del bene sul male.  Per Escobar, l’amore per il mestiere, l’afflato spirituale e la comunicazione emotiva sono fondamentali e infatti è proprio l’arte che egli utilizza per esprimere i suoi valori.

Photo copyright 2025 by Carlo Marino #carlomarinoeuropeannewsagency
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Il San Gabriele Arcangelo, diverso nella composizione dal San Michele, ma simile nella qualità pittorica, è completo anatomicamente e dotato di intrinseco movimento mentre porta il giglio e la pergamena. La ricerca spirituale è la struttura dell’opera, con la potenza espressiva dell’azione. La postura insolita dell’angelo, visto leggermente dall’alto, comunica umanità. La pittura, grammaticalmente perfetta, è lucida e dinamica. Last but not least, la bellissima Maria Addolorata, dai tratti creoli, tipici dell’America centrale.

 

 

Photo copyright 2025 by Carlo Marino #carlomarinoeuropeannewsagency
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Francesco Maria Bonifazi ha scritto in proposito :«Nella Maria Addolorata Escobar dà prova della sua sapienza pittorica, in particolare nel manto della Vergine, dove i ricami sono trattati con pennellate sicure e sovrapposte, donando lucentezza e profondità a tutta la figura. Figura che è vista, come detto, in scorcio, da sotto in su. Questo non deve meravigliare, ci tornano alla mente alcuni disegni del Pontormo (di nuovo la Maniera Italiana) e praticamente l’intera produzione del Veronese, e la modernità non risiede in questa visuale, ma nel fatto che, la figura è oggetto di “taglio fotografico”».

Photo copyright 2025 by Carlo Marino #carlomarinoeuropeannewsagency
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Buona pittura quindi quella di Escobar in grado di effettuare la fusione di elementi della cultura urbana con l’esplorazione profonda del legame tra l’uomo e il mondo spirituale, per parafrasare Vassily Kandinsky “Lo spirituale nell’arte”.

Carlo Marino

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